Il colore di Tresin
Le opere di Roberto Tresin ci riportano improvvisamente al mondo perduto della nostra infanzia, universo spensierato di fantasia e d’immaginazione, di gioco e di future promesse. I suoi quadri sono orchestrati essenzialmente su tre piani che, via via, dal primo si allontanano in breve fuga prospettica sullo sfondo. In primo piano, quasi fosse una cornice frammentata, sono disposti ad incastro, anche se pittoricamente, tanti tasselli colorati, a formare una sorta di sipario che si apre sul palco, metaforicamente anche della vita. Sulla scena di tale teatrino trovano spazio burattini, sagome di pupazzi ritagliati nella carta, Pinocchio, palle colorate, insomma tutti i giochi della nostra infanzia, quando bastavano pochi, semplici oggetti per scatenare le fantasie più fervide.
Infine, sullo sfondo notturno si stagliano aquiloni e lune piene, avvolte in un alone magico e di mistero. Sono le atmosfere di un tempo passato, rivisitate e proposte in un linguaggio moderno e di forte impatto visivo. Si tratta di quadri nei quali le immagini gradevoli e brillanti sono connotate da uno stile del tutto personale ed originale. Il pittore Roberto Tresin, dopo una lunga e profonda esperienza nell’ambito dell’arte figurativa, compie ora un’operazione di recupero della memoria storica, troppo presto soppiantata dalla tecnologia; egli punta a conciliare il “vecchio” con il “nuovo”, l’antico con il moderno, i contenuti di un tempo passato resi in uno stile contemporaneo, salvaguardando e comunicandoci lo spirito del gioco e della fantasia, della potenza creatrice dell’arte.
1999 – Piera Piazza